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martedì 23 luglio 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA – L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHIEZZA
I lettori scrivono:

 Riguardo l'economia mi trovi perfettamente d'accordo, figurati che io considero l'economia del baratto come la più giusta e appagante in tutti i sensi. Riguardo la teologia, io credo che se Dio si è fatto uomo, la risposta deve essere cercata all'interno dell'anima di ciascuno/a di noi e non deve, quindi, essere condizionante del governo della collettività. Reputo, insomma che per il buon governo delle cose terrene la laicità debba essere un fattore importante.
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Bisogna collaborare tutti insieme ad una miglior nazione e tutti devono usufruire degli stessi privilegi questa è uguaglianza.
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Mi permetto di aggiungere qualcosa ad un articolo già ricco di riflessioni.
Il capoverso "indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza: commercianti, operai, professionisti" è secondo me monco della categoria dei politici. Anche la classe politica verrà coinvolta nel crollo, sarà implosione e noi non avremo più nemmeno la forza di raccogliere i cocci.
O ci sono alternative? Secondo me qualcuna c'è. Creare interessi condivisi, autonomamente, senza dipendere dal titolare che ti concede l'onore di avere un posto di lavoro, per giunta sottopagato e sottostimato come potenzialità dei talenti.
Ma questo è solo una mia, umile e speranzosa, modalità di affrontare la crisi.
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E certamente. E' nella natura stessa che lo alimenta, che questo circolo vizioso debba finire. Infatti, continuando così, si farebbe la fine del leggendario Re Mida che alla fine morì di fame e sete.

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