MISERIA - POVERTA’ – RICCHIEZZA
I lettori scrivono:
Riguardo l'economia mi
trovi perfettamente d'accordo, figurati che io considero l'economia del baratto
come la più giusta e appagante in tutti i sensi. Riguardo la teologia, io credo
che se Dio si è fatto uomo, la risposta deve essere cercata all'interno dell'anima
di ciascuno/a di noi e non deve, quindi, essere condizionante del governo della
collettività. Reputo, insomma che per il buon governo delle cose terrene la
laicità debba essere un fattore importante.
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Bisogna collaborare
tutti insieme ad una miglior nazione e tutti devono usufruire degli stessi
privilegi questa è uguaglianza.
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Mi permetto di
aggiungere qualcosa ad un articolo già ricco di riflessioni.
Il capoverso
"indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza: commercianti,
operai, professionisti" è secondo me monco della categoria dei politici.
Anche la classe politica verrà coinvolta nel crollo, sarà implosione e noi non
avremo più nemmeno la forza di raccogliere i cocci.
O ci sono alternative?
Secondo me qualcuna c'è. Creare interessi condivisi, autonomamente, senza
dipendere dal titolare che ti concede l'onore di avere un posto di lavoro, per
giunta sottopagato e sottostimato come potenzialità dei talenti.
Ma questo è solo una
mia, umile e speranzosa, modalità di affrontare la crisi.
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E certamente. E' nella
natura stessa che lo alimenta, che questo circolo vizioso debba finire.
Infatti, continuando così, si farebbe la fine del leggendario Re Mida che alla
fine morì di fame e sete.
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