MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Lettrice / Lettore scrivono:
Il 01/08/2013 - Giuseppe
Bufalo ha scritto:
Il Miracolo.
Questa è la storia vera di
una bambina di otto anni che sapeva che l’amore può fare meraviglie.
Il suo fratellino era
destinato a morire per un tumore al cervello.
I suoi genitori erano poveri,
ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.
Una sera, il papà disse alla
mamma in lacrime: “Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un
miracolo potrebbe salvarlo”.
La piccola, con il fiato
sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito. Corse nella sua stanza, ruppe
il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese
pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei
piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.
"Per cos’è? Che cosa
vuoi piccola?".
"È per il mio fratellino,
signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un
miracolo".
"Che cosa dici?"
borbottò il farmacista.
"Si chiama Andrea, e ha
una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è
finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo.
Vede, io voglio tanto bene al
mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a
comperare un miracolo".
Il farmacista accennò un
sorriso triste. "Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli".
"Ma se non bastano
questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un
miracolo?".
C’era nella farmacia un uomo
alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla strana
conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le
lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine.
L’uomo si avvicinò a lei.
"Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?".
"Il signor farmacista
non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa... È per il mio
fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione,
ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un
miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho".
"Quanto hai?".
"Un dollaro e undici
centesimi... Ma, sapete..." aggiunse con un filo di voce, "posso
trovare ancora qualcosa...".
L’uomo sorrise "Guarda,
non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo
di un miracolo per il tuo fratellino!".
Con una mano raccolse la
piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della bambina.
"Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il
tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo
miracolo di cui avete bisogno".
Il signore alto ed elegante e
la bambina uscirono tenendosi per mano. Quell’uomo era il professor Carlton
Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo
Andrea, che potè tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
"Questa operazione"
mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia
costata...".
La sorellina sorrise senza
dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici
centesimi... più, naturalmente l’amore e la fede di una bambina.
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Considerazioni personali:
"Se aveste almeno una fede piccola come
un granello di senape, potreste dire a questo monte: Spostati da qui a là e il
monte si sposterà. Niente sarà impossibile per voi". Vangelo di Matteo
17,20.
La bimba aveva quella Fede
incrollabile che gli adulti hanno perso crescendo…
È proprio così…Gesù amava
dire: “Qualunque cosa chiederete con Fede nella risposta , sarà compiuta.”
Infatti, chi chiede qualcosa,
nutrendo dubbi nella risposta, non otterrà mai nulla.
Un abbraccio di Luce e buon
fine settimana per tutti
Giuseppe Bufalo
vedi ,caro fratello, la storia è vera , e mi ha commosso; ma accadono cosi di rado! mi sembra di leggere " la piccola fiammiferaia", perchè è cosi che finiscono quasitutte ; fra l'indifferenza degli uomini, il nostro sangue muore. Come dirti la sofferenza che ho mentre scrivo queste parole, penso ai bambini obbligati a lavorare nel tempo dei giochi, ai bambini torturati per vizio, a quelli per l'asporto degli organi, a quelli maltrattati in famiglia, a quelli puniti in maniera disumana dai genitori e dagli educatori, a quelli che sono tremendamente soli con se stessi. Si, piango , e vorrei dare la mia vita per loro, e vorrei che tutti educassimo con amore e all'amore i nostri figli, vorrei che non fossimo così inconsapevoli della solitudine dei nostri figli ,(io lo sono stato,per un tempo, che ora mi appare immenso)e vorrei che non esistessero persone con tanta ricchezza, ricchezza tolta a chi non può diffendersi,tolta all'operaio di cui si decide il minimo stipendio ,lasciando il grasso dividendo al "padrone"; GUAI a voi politici che consentite un economia di sciacallaggio, GUAI a voi cantanti calciatori attori che rubate soldi vendendo i doni che vi ha donato DIO, GUAI a noi che con la nostra acquiescenza e il nostro proselitismo , continuiamo a accrescere e continuare nella bufera dell'indifferenza.
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