MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Un lettore
scrive (parte II/III):
Adam Smith
L’economia, così come la conosciamo, è
relativamente giovane. Fino al 1700 l’economia era molto semplice. I Re, i
nobili, i Papi, avevano tutto, il resto aveva niente. Poi intervenne un
cambiamento straordinario: la tecnologia. Successe che grazie alle nuove
conoscenze, ai nuovi mezzi meccanici, ecc., crebbe fra le masse una borghesia,
cioè gente senza potere politico ma che stava facendo soldi con i commerci. I
Re, i nobili, i Papi, ecc. cosa fecero? Li fecero lavorare senza dar loro
troppi fastidi, ma li tassavano. Però li spremevano troppo, così i borghesi si
arrabbiarono perché veramente la situazione era diventata intollerabile. È così
che è scoppiata la rivoluzione francese nel 1789.
Ed è in questo contesto che spunta il primo
economista cosiddetto moderno, cioè Adam Smith (1723-1790), che poi non
era veramente un economista, ma più che altro un filosofo morale, autore della
celebre opera Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni,
pubblicata nel 1776. Un trattato fondamentale, destinato a rimanere per
decenni il testo di riferimento della nascente economia politica. Siamo a fine
‘700. Ma attenzione a una cosa. Dobbiamo sapere che di questo Smith, uno
scozzese, oggi si dicono molte fandonie, perché certi economisti attuali
l’hanno preso a modello per una teoria del tutto diversa da quella del vero
Adam Smith.
Smith cosa disse? Questo: egli riteneva che, per
incrementare la ricchezza del Paese, fosse necessario liberare le forze che
guidano i mercati, e in primo luogo consentire il pieno esplicarsi della libera
iniziativa economica. Detto in altre parole: il governo deve togliersi
dall’economia, deve lasciare in pace gli imprenditori e i cittadini, cioè il
Mercato.
Ma attenzione, perché è qui che c’è la confusione
con l’economia di oggi. Smith voleva solo dire che siccome il governo
di allora, cioè i Re, i nobili, i Papi, ecc., era una cosa talmente
parassitaria che era meglio che si levassero di torno, e che i borghesi del Mercato
erano preferibili ad essi. Smith quando parlava che per rendere massimo il
benessere della nazione si doveva eliminare ogni restrizione all’operare della
libera concorrenza, e quindi che il governo non doveva interferire, non
intendeva il governo democratico di oggi. Ma gli economisti attuali, che
prendono il nome di Neoliberisti, hanno spacciato a tutti che Smith odiava i
governi come i nostri, li voleva senza potere, e amava il Libero Mercato. Ma
questo non è vero. Per Smith il capitalismo del Libero Mercato era accettabile
solo perché era un male minore rispetto ai tiranni dell’epoca.
Adam Smith infatti non ammirava affatto il
capitalismo del Libero Mercato, e infatti una delle sue citazioni più famose è
questa: «Raramente i capitalisti si riuniscano se non per cospirare contro i
lavoratori e il Mercato». Smith ha elaborato la famosa similitudine della Mano
Invisibile. Questo è stato spiegato che in un sistema di libero mercato,
perseguendo il proprio egoistico interesse, i singoli individui potranno
realizzare anche il massimo benessere collettivo. In altre parole,
secondo Smith, il libero dispiegarsi delle iniziative individuali non genera
caos, ma un ordine naturale desiderabile. Da questo è stata tratta la
conclusione che se si lascia tutto – economia, ospedali, servizi, scuole,
pensioni, banche ecc. – in mano al Mercato, esso guiderà tutto infallibilmente
con la sua Mano Invisibile. Anche questo non corrisponde al vero. Merita
di essere segnalata l'interpretazione del concetto di mano invisibile
data dal noto giurista italiano Guido Rossi (da un'intervista del 6 giugno
2008 alla Repubblica): "Uno dei suoi concetti più equivocati è
quello della mano invisibile. Nella vulgata si è imposta l'idea che Adam
Smith con la mano invisibile abbia inteso dire che il mercato deve essere
lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso.
La mano invisibile è diventato l'argomento principe in favore di
politiche di laissez-faire, fino ai neoliberisti. In realtà Adam Smith
prende a prestito l'immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo
atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano
sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima
dell'assassinio. Smith ha preso in giro ferocemente quei capitalisti che
credevano di avere il potere di governare i mercati. Tra l'altro Adam Smith
capì allora che la Cina sarebbe tornata ad essere una grande potenza
dell'economia mondiale, e auspicò una sorta di Commonwealth universale per
governare il nuovo ordine internazionale". Di certo Adam Smith non disse
mai di lasciare tutto nelle mani del Libero Mercato. Anzi.
Perché è importante Adam Smith? Per due
motivi. Primo perché fu il primo a concepire un’economia fatta dalla gente e
non solo basata sullo sfruttamento dei potenti; secondo perché fu il primo a
capire che i capitalisti borghesi non sono affidabili senza un controllo su di
loro.
L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
RispondiEliminaMISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
Visita il blog. http://economiacondivisa.blogspot.nl/
Un lettore scrive (parte III/III):
RIFLESSIONI: L’economia si basa su incentivi, e solo quando le persone e le imprese hanno i giusti incentivi per lavorare e produrre, l'economia può crescere e prosperare. Anche la Bibbia e il Talmud riconoscono l'importanza degli incentivi economici all'interno di una economia di mercato concorrenziale.
Il Talmud precede di secoli le idee rivoluzionarie di Adam Smith sulla concorrenza di prezzo, cioè chi vende a un prezzo più alto sarà costretto ad uscire dal mercato o a ridurre il suo prezzo; la Bibbia, dal canto suo, enfatizza l'uso di pesi e misure oneste.
Nella Bibbia troviamo un importante esempio di economia. Ha a che fare con l’anno sabatico, cioè con la cancellazione dei debiti. Malgrado questo sia un comandamento della Torah, la realtà è che quando le circostanze economiche diventano difficili, non tutti sono in grado di vivere secondo questi ideali elevati: il ricco semplicemente rifiuta di prestare denaro al povero nell’imminenza dell’anno sabatico, mosso dal timore di non riaverlo indietro. Come conseguenza di ciò Hillel il Vecchio giunse alla conclusione che era necessaria un’azione drastica, ed istituì la pratica del pruzbul.
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Un lettore scrive (parte III/III):
RIFLESSIONI: L’economia si basa su incentivi, e solo quando le persone e le imprese hanno i giusti incentivi per lavorare e produrre, l'economia può crescere e prosperare. Anche la Bibbia e il Talmud riconoscono l'importanza degli incentivi economici all'interno di una economia di mercato concorrenziale.
Il Talmud precede di secoli le idee rivoluzionarie di Adam Smith sulla concorrenza di prezzo, cioè chi vende a un prezzo più alto sarà costretto ad uscire dal mercato o a ridurre il suo prezzo; la Bibbia, dal canto suo, enfatizza l'uso di pesi e misure oneste.
Nella Bibbia troviamo un importante esempio di economia. Ha a che fare con l’anno sabatico, cioè con la cancellazione dei debiti. Malgrado questo sia un comandamento della Torah, la realtà è che quando le circostanze economiche diventano difficili, non tutti sono in grado di vivere secondo questi ideali elevati: il ricco semplicemente rifiuta di prestare denaro al povero nell’imminenza dell’anno sabatico, mosso dal timore di non riaverlo indietro. Come conseguenza di ciò Hillel il Vecchio giunse alla conclusione che era necessaria un’azione drastica, ed istituì la pratica del pruzbul.