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giovedì 17 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA - LUSSO
Un lettore scrive (parte II/III):

Adam Smith
L’economia, così come la conosciamo, è relativamente giovane. Fino al 1700 l’economia era molto semplice. I Re, i nobili, i Papi, avevano tutto, il resto aveva niente. Poi intervenne un cambiamento straordinario: la tecnologia. Successe che grazie alle nuove conoscenze, ai nuovi mezzi meccanici, ecc., crebbe fra le masse una borghesia, cioè gente senza potere politico ma che stava facendo soldi con i commerci. I Re, i  nobili, i Papi, ecc. cosa fecero? Li fecero lavorare senza dar loro troppi fastidi, ma li tassavano. Però li spremevano troppo, così i borghesi si arrabbiarono perché veramente la situazione era diventata intollerabile. È così che è scoppiata la rivoluzione francese nel 1789.

Ed è in questo contesto che spunta il primo economista cosiddetto moderno, cioè Adam Smith (1723-1790), che poi non era veramente un economista, ma più che altro un filosofo morale, autore della celebre opera Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, pubblicata nel 1776. Un trattato fondamentale, destinato a rimanere per decenni il testo di riferimento della nascente economia politica. Siamo a fine ‘700. Ma attenzione a una cosa. Dobbiamo sapere che di questo Smith, uno scozzese, oggi si dicono molte fandonie, perché certi economisti attuali l’hanno preso a modello per una teoria del tutto diversa da quella del vero Adam Smith.

Smith cosa disse? Questo: egli riteneva che, per incrementare la ricchezza del Paese, fosse necessario liberare le forze che guidano i mercati, e in primo luogo consentire il pieno esplicarsi della libera iniziativa economica. Detto in altre parole: il governo deve togliersi dall’economia, deve lasciare in pace gli imprenditori e i cittadini, cioè il Mercato.

Ma attenzione, perché è qui che c’è la confusione con l’economia di oggi. Smith voleva solo dire che siccome il governo di allora, cioè i Re, i nobili, i Papi, ecc., era una cosa talmente parassitaria che era meglio che si levassero di torno, e che i borghesi del Mercato erano preferibili ad essi. Smith quando parlava che per rendere massimo il benessere della nazione si doveva eliminare ogni restrizione all’operare della libera concorrenza, e quindi che il governo non doveva interferire, non intendeva il governo democratico di oggi. Ma gli economisti attuali, che prendono il nome di Neoliberisti, hanno spacciato a tutti che Smith odiava i governi come i nostri, li voleva senza potere, e amava il Libero Mercato. Ma questo non è vero. Per Smith il capitalismo del Libero Mercato era accettabile solo perché era un male minore rispetto ai tiranni dell’epoca.

Adam Smith infatti non ammirava affatto il capitalismo del Libero Mercato, e infatti una delle sue citazioni più famose è questa: «Raramente i capitalisti si riuniscano se non per cospirare contro i lavoratori e il Mercato». Smith ha elaborato la famosa similitudine della Mano Invisibile. Questo è stato spiegato che in un sistema di libero mercato, perseguendo il proprio egoistico interesse, i singoli individui potranno realizzare anche il massimo benessere collettivo. In altre parole, secondo Smith, il libero dispiegarsi delle iniziative individuali non genera caos, ma un ordine naturale desiderabile. Da questo è stata tratta la conclusione che se si lascia tutto – economia, ospedali, servizi, scuole, pensioni, banche ecc. – in mano al Mercato, esso guiderà tutto infallibilmente con la sua Mano Invisibile. Anche questo non corrisponde al vero. Merita di essere segnalata l'interpretazione del concetto di mano invisibile data dal noto giurista italiano Guido Rossi (da un'intervista del 6 giugno 2008 alla Repubblica): "Uno dei suoi concetti più equivocati è quello della mano invisibile. Nella vulgata si è imposta l'idea che Adam Smith con la mano invisibile abbia inteso dire che il mercato deve essere lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso. La mano invisibile è diventato l'argomento principe in favore di politiche di laissez-faire, fino ai neoliberisti. In realtà Adam Smith prende a prestito l'immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima dell'assassinio. Smith ha preso in giro ferocemente quei capitalisti che credevano di avere il potere di governare i mercati. Tra l'altro Adam Smith capì allora che la Cina sarebbe tornata ad essere una grande potenza dell'economia mondiale, e auspicò una sorta di Commonwealth universale per governare il nuovo ordine internazionale". Di certo Adam Smith non disse mai di lasciare tutto nelle mani del Libero Mercato. Anzi.

 Perché è importante Adam Smith? Per due motivi. Primo perché fu il primo a concepire un’economia fatta dalla gente e non solo basata sullo sfruttamento dei potenti; secondo perché fu il primo a capire che i capitalisti borghesi non sono affidabili senza un controllo su di loro. 

2 commenti:

  1. L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
    MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
    Visita il blog. http://economiacondivisa.blogspot.nl/
    Un lettore scrive (parte III/III):

    RIFLESSIONI: L’economia si basa su incentivi, e solo quando le persone e le imprese hanno i giusti incentivi per lavorare e produrre, l'economia può crescere e prosperare. Anche la Bibbia e il Talmud riconoscono l'importanza degli incentivi economici all'interno di una economia di mercato concorrenziale.

    Il Talmud precede di secoli le idee rivoluzionarie di Adam Smith sulla concorrenza di prezzo, cioè chi vende a un prezzo più alto sarà costretto ad uscire dal mercato o a ridurre il suo prezzo; la Bibbia, dal canto suo, enfatizza l'uso di pesi e misure oneste.

    Nella Bibbia troviamo un importante esempio di economia. Ha a che fare con l’anno sabatico, cioè con la cancellazione dei debiti. Malgrado questo sia un comandamento della Torah, la realtà è che quando le circostanze economiche diventano difficili, non tutti sono in grado di vivere secondo questi ideali elevati: il ricco semplicemente rifiuta di prestare denaro al povero nell’imminenza dell’anno sabatico, mosso dal timore di non riaverlo indietro. Come conseguenza di ciò Hillel il Vecchio giunse alla conclusione che era necessaria un’azione drastica, ed istituì la pratica del pruzbul.

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  2. L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.
    MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
    Visita il blog. http://economiacondivisa.blogspot.nl/
    Un lettore scrive (parte III/III):

    RIFLESSIONI: L’economia si basa su incentivi, e solo quando le persone e le imprese hanno i giusti incentivi per lavorare e produrre, l'economia può crescere e prosperare. Anche la Bibbia e il Talmud riconoscono l'importanza degli incentivi economici all'interno di una economia di mercato concorrenziale.

    Il Talmud precede di secoli le idee rivoluzionarie di Adam Smith sulla concorrenza di prezzo, cioè chi vende a un prezzo più alto sarà costretto ad uscire dal mercato o a ridurre il suo prezzo; la Bibbia, dal canto suo, enfatizza l'uso di pesi e misure oneste.

    Nella Bibbia troviamo un importante esempio di economia. Ha a che fare con l’anno sabatico, cioè con la cancellazione dei debiti. Malgrado questo sia un comandamento della Torah, la realtà è che quando le circostanze economiche diventano difficili, non tutti sono in grado di vivere secondo questi ideali elevati: il ricco semplicemente rifiuta di prestare denaro al povero nell’imminenza dell’anno sabatico, mosso dal timore di non riaverlo indietro. Come conseguenza di ciò Hillel il Vecchio giunse alla conclusione che era necessaria un’azione drastica, ed istituì la pratica del pruzbul.

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