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martedì 29 ottobre 2013

L’ECONOMIA CONDIVISA– L’ECONOMIA CRISTIANA - BIBLICA.

MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA – LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA – RELIGIONE – FEDE
Un lettore scrive:


Raffaele Mastroberardino:
ciao Sebastiano, con ritardo ma sono arrivato.
parto da un presupposto: mai mischiare capre e cavoli.
la religione, troppe volte, per non dire sempre, predica bene e razzola male, i missionari hanno fatto anche qualcosa di buono ma creato una marea di problemi alle popolazioni che cercavano di "civilizzare" perché usavano il proprio metro fregandosene del metro degli "indigeni".
ognuno di noi è convinto di avere la ricetta giusta e, secondo me, c'è molta buona fede in tutti i "dottori" ma la realtà è che siamo esseri umani e tra la teoria e la pratica c'è sempre il nostro benessere.
qualcuno ha scritto che il baratto è la forma migliore di economia, sono d'accordo se non si prendono in considerazione altri fattori che impediscono il corretto funzionamento del baratto stesso, uno di questi fattori è l'avidità: la mia merce vale più della tua.
cosa voglio dire con questo?
semplicemente che prima di fare qualunque passo in una direzione o in un'altra, occorre educare l'uomo altrimenti non ci spostiamo verso nessuna direzione.

economia condivisa dovrebbe andare a braccetto con ricchezza distribuita che, secondo me, costituisce le fondamenta del benessere umano; se l'uomo ha la possibilità di spendere allora fa circolare il denaro e più gente ha questa possibilità e più denaro circola e se il denaro circola allora la produzione cresce e il consumo cresce avendo, comunque, l'accortezza di non esagerare né con l'una e né con l'altro.
la ricchezza in mano a pochi è dannosa, in mano a pochissimi è letale.
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Caro Raffaele, sono d’accordo con la tua riflessione.
Bisogna precisare che la condivisione economica deve essere alla base di una equa distribuzione della ricchezza.
Non ci può essere condivisione in presenza di furbi, di persone che non hanno rispetto per il prossimo, basilare è l’affermazione biblica: “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Non è pensabile una economia condivisa se l’uomo non mette da parte l’egoismo.
Economia condivisa non vuol dire assistenzialismo, l’assistenza deve essere per le persone che non hanno la possibilità di contribuire alla crescita del bene comune; malati, anziani, ecc.
Il concetto dell’assistenzialismo non produce bene comune, non fa crescere l’assistito ma lo tiene in uno stato di subordinazione.
Il fine del presente progetto è: crescita o arricchimento relazionale ed economia equa.
Sebastiano Giambrone


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