MISERIA - POVERTA’ – RICCHEZZA
– LUSSO
ECONOMIA – TEOLOGIA –
RELIGIONE – FEDE
Un
lettore scrive:
Raffaele Mastroberardino:
ciao
Sebastiano, con ritardo ma sono arrivato.
parto da
un presupposto: mai mischiare capre e cavoli.
la
religione, troppe volte, per non dire sempre, predica bene e razzola male, i
missionari hanno fatto anche qualcosa di buono ma creato una marea di problemi
alle popolazioni che cercavano di "civilizzare" perché usavano il proprio
metro fregandosene del metro degli "indigeni".
ognuno di
noi è convinto di avere la ricetta giusta e, secondo me, c'è molta buona fede
in tutti i "dottori" ma la realtà è che siamo esseri umani e tra la
teoria e la pratica c'è sempre il nostro benessere.
qualcuno
ha scritto che il baratto è la forma migliore di economia, sono d'accordo se
non si prendono in considerazione altri fattori che impediscono il corretto
funzionamento del baratto stesso, uno di questi fattori è l'avidità: la mia
merce vale più della tua.
cosa
voglio dire con questo?
semplicemente
che prima di fare qualunque passo in una direzione o in un'altra, occorre
educare l'uomo altrimenti non ci spostiamo verso nessuna direzione.
economia
condivisa dovrebbe andare a braccetto con ricchezza distribuita che, secondo
me, costituisce le fondamenta del benessere umano; se l'uomo ha la possibilità
di spendere allora fa circolare il denaro e più gente ha questa possibilità e
più denaro circola e se il denaro circola allora la produzione cresce e il
consumo cresce avendo, comunque, l'accortezza di non esagerare né con l'una e
né con l'altro.
la
ricchezza in mano a pochi è dannosa, in mano a pochissimi è letale.
---------------
Caro
Raffaele, sono d’accordo con la tua riflessione.
Bisogna
precisare che la condivisione economica deve essere alla base di una equa
distribuzione della ricchezza.
Non ci
può essere condivisione in presenza di furbi, di persone che non hanno rispetto
per il prossimo, basilare è l’affermazione biblica: “ama il prossimo tuo come
te stesso”.
Non è
pensabile una economia condivisa se l’uomo non mette da parte l’egoismo.
Economia
condivisa non vuol dire assistenzialismo, l’assistenza deve essere per le
persone che non hanno la possibilità di contribuire alla crescita del bene
comune; malati, anziani, ecc.
Il
concetto dell’assistenzialismo non produce bene comune, non fa crescere l’assistito
ma lo tiene in uno stato di subordinazione.
Il fine
del presente progetto è: crescita o arricchimento relazionale ed economia equa.
Sebastiano
Giambrone
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